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Qualità Pellet


  Qualità del Pellet


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Uno degli errori più comuni che si commettono nel comprare pellet è cercare di risparmiare troppo in fase di acquisto, scegliendo prodotti di dubbia provenienza o con certificazioni inferiori. Un risparmio annuo di poche decine non riuscirà a giustificare una maggiore difficoltà di funzionamento e di pulizia, meno che mai la sostituzione di componenti che si fossero rovinati proprio a causa del pellet stesso.

Dopo il primo inverno il consumo annuo di una stufa a pellet è generalmente ben quantificabile e questo ci permette di muoverci in anticipo ed acquistare il pellet durante l'estate.

Dovendo acquistare pellet da un nuovo fornitore, è sempre meglio orientarsi a qualcuno che venda anche stufe e che lo conservi in un ambiente adeguato. Il primo motivo è facile da comprendere; vendendo stufe si avrà interesse a proporre un pellet di qualità che garantisca un ottimo funzionamento, mentre un adeguato ambiente di stoccaggio è indispensabile per mantenere inalterate le caratteristiche originali del pellet stesso.
Il pellet è un prodotto estremamente asciutto ed è composto da segatura di legno pressata in cilindretti; se immagazzinato in un ambiente umido o peggio, se lasciato all'esterno sotto tettoie o teli assorbirà umidità, rendendo la sua combustione molto difficile e in alcuni casi pericolosa. Le valvole e le chiusure anti-esplosione sono diventate una dotazione delle stufe proprio a causa di esplosioni avvenute con pellet umido.

Pellet tenuto alla pioggia


Fotografie di pellet bagnato dalla pioggia in un centro commerciale della zona


Per capire quale pellet scegliere è importante soffermarsi sulla certificazione di qualità. La più diffusa è la certificazione En Plus, che oltre al prodotto certifica anche la tracciabilità e il ciclo di vita del materiale.

La certificazione En Plus individua tre livelli di qualità:

A1: è il pellet migliore, con una percentuale ≤0,7% di residuo fisso delle ceneri
A2: media qualità, con una percentuale di ceneri ≤1,2%
B: è il pellet meno pregiato, residuo di ceneri ≤2%

Il contenuto idrico deve essere ≤10% per tutti e tre i livelli di certificazione, variano però i limiti di altri elementi contenuti come l'azoto, lo zolfo e il cloro.

Per maggiori informazioni sulla certificazione En Plus rimandiamo all'opuscolo informativo "Come riconoscere il pellet certificato".

Assieme a quella della legna, la combustione di pellet per la produzione di energia termica è la più rispettosa dell'ambiente tra tutti i combustibili.

Tornando alla qualità del pellet, questa si misura sulla base di tre caratteristiche:

1- potere colorifico
2- residuo di cenere
3- percentuale di umidità


Potere calorifico
Il potere calorifico corrisponde all'energia sprigionata dalla combustione del pellet, in un prodotto di buona qualità questo si assesta intorno a 4,5-4,8 kWh/kg.
Un pellet con un potere calorifico inferiore 4,5 kWh/kg produrrà meno calore e renderà necessario aumentare la potenza della stufa.
Viceversa, valori di potere calorifico troppo elevati potrebbero essere stati calcolati sulla base del pellet anidro, ovvero totalmente privo di umidità, ed essere quindi fuorvianti e ingannevoli.

Residuo di cenere
Il residuo di cenere è il residuo fisso che il pellet rilascia dopo la sua combustione, a maggior residuo corrisponderà una maggiore frequenza e difficoltà di pulizia e manutenzione.
Le caratteristiche delle stufe risultanti dalle loro schede tecniche si riferiscono sempre all'utilizzo di pellet certificato in classe A1 e quindi
con una percentuale ≤0,7% di residuo fisso delle ceneri.

Percentuale di umidità
Il potere calorifico del pellet è influenzato dal suo tasso di umidità, in quanto parte del calore prodotto dalla combustione andrà usato per l'evaporazione dell'umidità contenuta dal pellet stesso. Un pellet troppo umido sporcherà maggiornamente la camera di combustione e il vetro. La percentuale di umidità del pellet non dovrebbe superare il 10%, con un valore ottimale inferiore all'8%. Attenzione! Una buona certificazione non è automaticamente sinonimo di bassa umidità. Ad esempio un pellet certificato A1, ma conservato in luogo umido avrà una umidità bassa da certificazione ma alta nella realtà.
Il pellet umido rende difficile accendere e mantenere la combustione. In partenza si noterà un accumulo anomalo di pellet nel bracere, da qui l'accensione potrebbe fallire ed il pellet traboccare nel cassetto cenere oppure, nei casi più pericolosi, la brace potrebbe accendersi sul fondo del bracere e sviluppare un fumo denso in tutta la camera di combustione.
Attenzione! Allontanatevi dalla stufa, se la brace non si estingue e continua a covare, l'ossigeno immesso nel braciere potrebbe far "esplodere"
all'improvviso la combustione, con il pericolo concreto di rottura del vetro della stufa. Questo problema può manifestarsi anche nel caso di pellet troppo duro. A questo link potete vedere l'esplosione della combustione nel focolare di una stufa a pellet.

Pellet umido e troppo duro
esplosione combustione in stufa
coclea bloccata dal pellet
Esplosione della combustione dovuta a pellet umido (o troppo duro)
EBlocco coclea a causa di pellet troppo lungo e duro


Abbiamo appena visto come dobbiamo stare molto attenti all'umidità del pellet (ed alla sua durezza), ma questo non è il solo fattore su cui dobbiamo vigilare. Il pellet è infatti per sua natura un materiale che si presta facilmente a manomissioni e sofisticazioni di vario genere.

Il pellet con sabbia causerà la formazione di residui solidi nel braciere (spessi anche alcuni centimetri), quello con additivi o solventi, aggiunti per far bruciare meglio una materia prima scadente, provocherà la corrosione degli acciai e delle ghise del braciere e del focolare, con il rischio di rovinare anche il motore fumi, il pellet troppo friabile, segnale di una lavorazione carente e/o di materia prima scadente, porterà alla creazione di molto residuo sul fondo del serbatoio, con il rischio di bloccare la coclea e rompere il motoriduttore, mentre infine, il pellet troppo duro, può causare problemi di mancata o ritardata accensione proprio come il pellet umido, oltre a poter provocare il blocco della coclea.


Effetti del Pellet con additivi


Braciere in ghisa da 2,4 kg - 18 mesi di utilizzo


Video "Storia di un Braciere - l'importanza del pellet"


Attenzione! C'è molta confusione sulla qualità del pellet in relazione alla sua provenienza, non dimentichiamo che pellet prodotto è diverso da pellet importato, e seppur questo non escluda una migliore qualità dell'uno sull'altro come regola generale, nella maggioranza dei casi il prodotto di importazione è inferiore a quello di produzione.
E' una questione fatta anche di punti di vista, infatti ha poco senso acquistare un pellet polacco rilavorato (leggasi impacchettato) in Austria, per poi vantarsi di aver trovato un pellet austriaco più economico degli altri, dato che questo pellet alla fine costerà più del suo omonimo (ed identico) polacco, ma con sacchetto firmato Polonia.

Un aiuto per cercare di interpretare al meglio il prodotto che abbiamo davanti viene dal bollino di certificazione, apposto obbligatoriamente su ogni singolo sacco. Tornando al nostro esempio del pellet austriaco, se il bollino in basso riporta la sigla AT da 001 a 299 significa che il pellet è prodotto in Austria (e così via per ogni altra sigla di paese  come ad esempio IT, FR, DE, ES, SL, PL, RU, etc.). Trovando invece la dicitura AT da 300 a 999 significa invece che il pellet è importato da un'azienda austriaca (e così via per le altre sigle di paese).


Bollino di certificazione
bollino pellet - produttore
bollino pellet - importatore
Sigla produttore
Sigla importatore


Altro discorso poi è la distinzione tra pellet prodotto con legno locale o legno di importazione,  in linea di massima possiamo riscontrare come un pellet prodotto in Austria con legno polacco avrà quasi sicuramente una qualità generale migliore di uno prodotto in Polonia (a causa dei diversi standard di produzione industriale tra i due paesi), mentre ancora il pellet austriaco prodotto con legno austriaco sarà ancora migliore (e di conseguenza più costoso).

Nella scelta del pellet, quindi, consigliamo sempre di andare più a fondo della sola immagine di copertina del sacchetto, così da acquisire una maggiore consapevolezza del prodotto che ci stiamo per portare a casa e premiare i produttori più onesti.

Lasciamo anche un riferimento video su come è prodotto il pellet:

Come è fatto il Pellet?
Come è fatto il pellet?
Video esempio delle varie fasi della produzione del pellet





Tipi di Pellet


Tipi di Pellet


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Le principali tipologie di pellet sono cinque, la loro qualità in termini di combustione e potere colorifico è determinata dalla percentuale e dal tipo di legno da cui sono composte.
I pellet ricavati da una singola tipologia di legno sono considerati più pregiati, mentre i pellet misti offrono in genere rese inferiori.

Pellet di abete e di castagno
pellet abete e castagno
Pellet chiaro di abete bianco
Pellet scuro di castagno


Pellet di faggio
Il pellet di faggio al 100% è caratterizzato da un elevato potere colorifico, tuttavia brucia molto rapidamente, producendo quindi una discreta quantità di residuo nella camera di combustione.

Pellet di abete
Tra i più richiesti vanta un ottimo equilibrio tra potere potere calorifico e residuo di cenere, grazie alla sua lenta combustione.

Pellet misto di faggio e abete
In percentuali variabili a seconda del produttore, questo pellet unisce la caratteristiche dei due legni, bilanciando quindi il potere calorifico del faggio con la lentezza di combustione dell'abete.

Pellet di Castagno
Pellet che, a seconda della lavorazione, può avere un'alta qualità (assimilabile a quello di abete). Di difficile reperibilità, ha mediamente un costo più elevato.

Pellet di conifere
Ottenuto dal legno di abete, larice e pino, è un buon compromesso tra qualità e prezzo. La sua qualità varia in base alle percentuali delle singole varietà, variabili a seconda del produttore.





Combustione Pellet


Combustione del Pellet


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Laddove riscaldare con la legna è una vera e propria scelta di vita, riscaldare con il pellet è una comodità, soprattutto se si è abituati a regolare la temperatura con il termostato.

Il pellet è legna senza tutto ciò che la legna comporta, la gestione della combustione è totalmente automatica e la stufa può essere controllata anche a distanza tramite Wi-Fi.

La fiamma del pellet è calda e luminosa come quella della legna, con l'unica differenza della sua dimensione, più piccola e compatta.

Affinché il pellet bruci due cose sono necessarie: ossigeno e calore. A differenza dei prodotti a legna, i prodotti a pellet provvedono automaticamente alla regolazione del calore e dell'ossigeno necessario alla combustione, adeguandoli in funzione della potenza impostata.


Quando il pellet brucia passa attraverso quattro fasi:

1.Essicazione: quando il pellet viene immesso nella camera di combustione il calore fa evaporare l'acqua in esso contenuta. Essendo il pellet un prodotto, che per la natura della sua lavorazione nasce già molto "asciutto", questa fase è molto rapida.

2.Pirolisi (gassificazione): con l'aumento della temperatura il pellet inizierà a produrre gas. Il processo si ottimizza al raggiungimento di circa 270°.

3.Combustione: quando i gas raggiungono la loro temperatura di accensione, in presenza della giusta quantità di ossigeno, si infiammano. Quando si forma fumo significa che la temperatura non è abbastanza elevata o che manca la giusta quantità di ossigeno.

4.Formazione del carbone: quando il pellet avrà liberato tutti i suoi gas, le rimanenti particelle di carbone si spegneranno e resteranno le ceneri, costituite principalmente da minerali. La cenere è presente nel pellet in quantità molto limitate (per i pellet migliori si parla di quantità inferiori allo 0,7%).


Parlando ancora di ceneri, è molto importante che il pellet ne abbia un basso contenuto perché queste costituiscono, insieme al contenuto idrico, la parte non combustibile del pellet stesso.
Le ceneri sono costituite da minerali, sabbia e altre impurità presenti nel legno o derivate dalle lavorazioni del legno e del pellet, in esse sono presenti anche i cosiddetti metalli pesanti, che possono dar luogo a problemi di contaminazione ambientale.
Per poter sprigionare tutta la sua energia e per limitare la produzione di residui dovuti ad una non perfetta combustione, bisogna che quest'ultima avvenga in modo ottimale, garantendo così che il pellet sia davvero un prodotto ecologico.

Per avere una combustione ottimale occorre che:
• Ci sia un corretto rapporto tra pellet e ossigeno in camera di combustione
• Avvenga uno scambio continuo di calore tra il pellet in fase di combustione e quello nuovo immesso nella camera di combustione

La combinazione sbagliata di combustibile, aria e tipologia di stufa, determina un cattivo utilizzo del combustibile ed effetti indesiderati, sia funzionali che ambientali.

Attenzione! Se non si alimenta la stufa a pellet con il corretto apporto d'aria i gas infiammabili non avranno abbastanza ossigeno per bruciare e rilasceranno monossido di carbonio.


Per maggiori approfondimenti sulla scelta tra caminetti e stufe, a legna o a pellet, rimandiamo alla nostra guida alla scelta: legna o pellet?.










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